mercoledì 26 aprile 2017

"Ferma il passo, rallegrati, o viaggiatore". Visita alla chiesa inferiore della Basilica di S. Francesco in Assisi (2)


Alla chiesa inferiore – o, come qualcuno l'ha chiamata, la chiesa “in ginocchio” – si accede attraverso un artistico portale con porta doppia (o gemina) sormontata da un rosone. Il portale è custodito da un protiro con un'iscrizione che ne attribuisce l’edificazione alla volontà del Ministro generale Francesco Nanni, detto Samson, nel 1487.

Il protiro è decorato nella parte superiore dalla scena dell'Annunciazione, con l'arcangelo Gabriele (a sinistra) e la Vergine Maria (a destra) nell'atto di essere raggiunta dallo Spirito Santo rappresentato, secondo la tradizione, da una colomba. 
Suggestivo il rapporto tra la porta e la rappresentazione del mistero che segna l'ingresso – appunto come attraverso una porta – dell'Eterno nello spazio e nel tempo, evento che si perpetua nella celebrazione della chiesa a cui la stessa porta dà accesso, ma anche che, in qualche modo, si ripresenta nella vita del santo di cui lo spazio che sta oltre quella porta custodisce il corpo, ciò che resta della sua "carne".  
«Un santo non è solamente una persona che ha scoperto il cammino della propria salvezza, è un evento nella storia umana perché attraverso di lui e in lui una realtà escatologica vive e agisce nel mondo del tempo, della storia e dello spazio […] Tutti i santi, da quelli più conosciuti e venerati a quelli che non sono usciti dal nascondimento neanche dopo la loro morte, sono presenze escatologiche nello scorrere del tempo» (Anthony Bloom, Vivere nella Chiesa, Magnano, Edizioni Qiqajon-Comunità di Bose, 1990, p. 108-109). E se questo è vero per tutti i santi lo è in modo particolarmente “evidente” per colui che portava nella sua carne quei segni con cui lo stesso Verbo incarnato lo aveva conformato a sé, tanto da essere chiamato l’alter Christus o, nell’Oriente cristiano, “il somigliantissimo a Cristo”.

Un messaggio che sembra "rafforzato" da quel volto di Francesco in mosaico incastonato tra la parte superiore della porta doppia (in cui, partendo da Gv 10, 9 dove Cristo si identifica con la porta, si potrebbe vedere il riferimento alla sua duplice natura, umana e divina, a quel suo assumere la forma del servo di cui l’antico inno di Fil 2, 5-11, per innalzare in se stesso il servo alla forma di Dio o, come leggiamo in 2Cor 8, 9, un farsi povero per arricchirci) e il rosone (altro elemento dal forte simbolismo, basti pensare al tema della luce o alla rosa dei beati, la “candida rosa” di Paradiso XXXI 1-3 e XXXII 85-114).

Varcata la soglia si entra nel “transetto d’ingresso”, in quello che all'origine si presentava come un nartece che, aperto a sud e a nord, collegava la piazza esterna al cortile interno su si doveva affacciare il cosiddetto patriarchium, costruito pare ai tempi di Innocenzo IV. 
Rimangono qui tracce dell'antica decorazione, probabilmente opera dello stesso anonimo autore che tra il 1250 e il 1260 decorò la navata della chiesa inferiore. Nella metà del seicento però intervenne qui il pittore umbro Cesare Sermei che realizzò gli affreschi delle pareti sia del lato dell'ingresso che di quello della Cappella di Santa Caterina dove le scene sono in riferimento alla passione, morte e risurrezione del Signore a motivo della collocazione nell'abside di quella cappella dell'antico crocifisso ligneo, oggetto della devozione dei corda pia.



Attraversato il portale si è accolti da un affresco sopra l’arcone che divide in due la prima campata. Vi è raffigurato san Francesco nella gloria tra il papa minorita Sisto V e Paolo V e un lungo testo latino che inizia e si conclude così:

SISTE GRADUM, LAETARE, VIATOR
IAM COLLES ATTIGISTI PARADISI
HAEC EST BASILICA GLORIOSA
DIVO FRANCISCO ASSISIENSI
CHRISTI LABENTIS ECCLESIAE
REPARATORI DICATA
CUIUS SACRATISSIMUM CORPUS
DIVINI AMORIS DONO SINGULARI
D(OMINI) N(OSTRI) JESU CHRISTI
SACRIS STIGMATIBUS INSIGNITUM
[...]
QUAE SEMPER REPLETA LAUDIBUS,
SACRIS AFFLATA CANTICIS,
SPITITUALIUM VOLUPTATUM
VERE PARADISUS,
INGREDERE, MAIORA VIDEBIS

(Ferma il passo, rallegrati, o viaggiatore. Hai raggiunto ormai i colli del Paradiso. Questa è la gloriosa Basilica dedicata a san Francesco d’Assisi, che ha riparato la Chiesa di Cristo che minacciava di cadere, il cui santissimo corpo per dono singolare del divino amore di nostro Signore Gesù Cristo [fu] insignito delle sacre stimmate [...] E' sempre piena di lodi, ispirata da sacri canti, veramente paradiso di spirituali voluttà. Entra e vedrai cose più grandi).

* * *

Post relativi alla visita alla Basilica di S. Francesco in Assisi:

Introduzione generale
1. Dal colle dell'Inferno al colle del Paradiso

La chiesa inferiore
2. Ferma il passo, rallegrati, o viaggiatore: il portale e il transetto d'ingresso
3.1Franciscus vir catholicus et totus apostolicus: il lato meridionale della navata con il ciclo sanfrancescano
3.2Franciscus alter Christus: il lato settentrionale della navata con il ciclo cristologico
4.1Vivere secondo la forma del santo Vangelo - L’umiltà dell’Incarnazione: il lato settentrionale del transetto 
4.2Vivere secondo la forma del santo Vangelo - La carità della Passione: il lato meridionale del transetto
4.3Vivere secondo la forma la forma del santo Vangelo - In obbedienza, senza nulla di proprio e in castità: le "allegorie francescane" e il Gloriosus Franciscus nel soffitto della crociera

A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.

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